Giappone: fascino e stazioni dei treni proiettili

Australia

Pillole di viaggio.

Nelle personali classifiche di gradimento quando si parla di Giappone normalmente un posticino c’è sempre. Per vari motivi, per la tradizione, per la modernità, per l’atmosfera che si respira nei suoi santuari dedicati al culto shintoista e nei templi buddhisti, oppure semplicemente per andare alla ricerca di una geisha da fotografare per le strade della Kyoto vecchia.

Io, per esempio, ci sono andato la prima volta per lanciarmi nella sperimentazione e scoperta della sua incredibile arte culinaria. Ma c’è una cosa che più di ogni altra mi ha sempre colpito e affascinato, e mi riferisco al quotidiano e, se vogliamo, quasi meccanico via vai di viaggiatori in una qualunque delle tante stazioni ferroviarie giapponesi dei treni proiettile, comunemente chiamati Shinkansen.

Ogni stazione in Giappone è, come peraltro tutto il paese, un esempio di organizzazione e pulizia. Ovunque ci sono eserciti di addetti che igienizzano continuamente tutte le superfici, la quantità di gente in movimento è semplicemente enorme, eppure il tutto avviene in maniera incredibilmente disciplinata ed efficiente.

In particolare sulle pensiline: ogni treno in arrivo fa fermate da 40, massimo 45 secondi. Non uno di più.  Ogni carrozza ferma in prossimità di una segnaletica orizzontale a forma di elle che indica il percorso della coda dei passeggeri, che si allunga parallelamente alla carrozza. All’apertura delle porte parte il cronometro. Durante i primi 10/15 secondi sfilano velocemente e perfettamente ordinati i passeggeri che scendono, formando una coda parallela a quelli in attesa di salire. Appena è sceso l’ultimo allora il capo fila di quelli in partenza, fino a quell’istante assolutamente immobile, può salire, e siamo al secondo 15/20. Nei successivi 10/15 secondi sulla pensilina si noteranno le due file perfettamente parallele che scorrono in senso inverso, una verso l’uscita e l’altra per salire in carrozza. Nel frattempo bisogna immaginare la stessa procedura anche dalla parte opposta della pensilina con un altro treno. Quindi le code parallele su una stessa pensilina sono di norma 4.

Verso il secondo 35/40 anche l’ultimo passeggero è salito, non resta all’addetto della carrozza che dare il segnale per la partenza.

Ovviamente i passeggeri una volta scesi dal treno si mantengono in fila ordinata dirigendosi verso le scale di uscita, scorrendo a fianco dei cestini della spazzatura sistemati a centro pensilina, nei quali, sempre ordinatamente, depositano opportunamente differenziati i resti di quanto consumato a bordo del treno.

Una volta raggiunti i corridoi di uscita si creano veri e propri fiumi di persone, separati nei due sensi di marcia da una linea immaginaria ma precisa che li divide. Se anche solo una di queste migliaia e migliaia di persone procedesse senza fare attenzione “contro mano” anche solo per un istante provocherebbe ingorghi inimmaginabili, e ciò vale per qualunque luogo affollato del paese, un esempio è il così detto incrocio pedonale più trafficato del mondo nel quartiere di Tokyo chiamato Shibuya.

Cose di ordinaria amministrazione per i giapponesi, abituati fin da bambini al rispetto delle regole e a un certo livello di disciplina per noi inimmaginabile. Certo, il Giappone è comunque un paese pieno di contraddizioni, complessità, stranezze ed aspetti diciamo bizzarri ma, combinati, lo rendono decisamente unico e straordinario.