Splendore e decadenza

 Ispirato a “Notizie.it – sezione viaggi”.

Quando l’abbandono crea fascino e curiosità.

Non serve essere artisti di strada, esploratori urbani o fotografi per restare affascinati da luoghi abbandonati e fatiscenti. Che siano essi reperti storici, strutture in disuso o città fantasma, la curiosità che suscitano nei visitatori che si intrufolano per scoprirle resta indiscussa.
Ne ho selezionati alcuni per voi, nella speranza che provochino in voi la mia stessa sensazione di stupore.

titanic

Il lebbrosario abbandonato sull’isola di Chios.

Costruito nel 1378, il lebbrosario di Lovokomeio fu il primo fabbricato destinato ad ospitare persone affette da lebbra o da altre patologie contagiose della pelle.
I malati erano costretti ad allontanarsi dalle famiglie ma, in cambio, acquisivano la possibilità di trascorrere i propri giorni lontani da sguardi di disgusto e, inoltre, di soggiornare in case circondate dalla natura.

I medici si impegnavano infatti ogni giorno per garantire ai pazienti di vivere al meglio la propria esistenza, fornendo loro cibo, medicine e abiti puliti.
La guerra greca d’indipendenza compromise, tra le altre cose, il lebbrosario, che, al pari dell’isola, andò incontro ad un lento declino. Ad aggravare il tutto, nel 1881 Chios venne ulteriormente devastata da un forte terremoto. I risultati che ne conseguirono furono la distruzione di gran parte dell’isola e la morte di 8.000 persone.
Durante i primi anni del secolo successivo il lebbrosario venne restaurato e dotato di una lavanderia autonoma, di un impianto idraulico e di alcuni ristoranti.
Gli interventi aiutarono il ripopolamento della zona ma non per molto, in quanto pochi anni dopo gli scienziati individuarono il batterio responsabile della malattia, riuscendo a sintetizzare un farmaco efficace per debellarla. Fu così che, nel 1957, la struttura cessò per sempre la sua attività.
Oggi il sito si è trasformato in una sorta di attrazione turistica che accoglie i più curiosi alla scoperta di letti arrugginiti, quaderni per bambini e vecchi medicinali abbandonati

maldive

Kowloon City.
Da città più densamente popolata a città fantasma.

“Qui, le prostitute si sono installate su un lato della strada mentre un prete predicava e distribuiva il latte in polvere ai poveri dall’altro; gli assistenti sociali davano indicazioni mentre i tossicodipendenti si accovacciavano sotto le scale alzandosi.

Quelli che di giorno erano centri di giochi per bambini sono diventati luoghi di spettacoli di spogliarello di notte. Era un luogo molto complesso, difficile da generalizzare, un luogo che sembrava spaventoso ma dove la maggior parte delle persone continuava a condurre una vita normale. Un posto proprio come il resto di Hong Kong”. Così racconta il poeta e saggista Ping-Kwan nel suo libro City of Darkness.
Dalla sua fondazione intorno all’anno 1000 come città commerciale lungo la via del sale agli anni ’50, il distretto di Hong Kong registrò circa 2000 abitanti per kmq.
Negli anni successivi divenne vera e propria capitale cinese di droga, prostituzione e gioco d’azzardo e questo diede vita ad un boom demografico senza precedenti nella storia.
Nel 1987 a Kowloon City si registrò una densità abitativa di 1.225.000 persone per kmq.
Nel 1993 l’intero distretto venne smantellato e abbandonato.
Una struttura ideale per la mala vita, grazie a palazzine e vicoli tanto fitti da non permettere nemmeno alla luce del sole di entrare. Un susseguirsi interminabile di palazzine malconce con appartamenti di 23 mq, stracolmi di antenne, serbatoi d’acqua e spazzatura.

keep the planet

L’ospedale pediatrico fantasma di Berlino.

Quando a Berlino, sul finire del XIX secolo, il tasso di mortalità infantile continuava a crescere, il governo prussiano commissionò la realizzazione di un ospedale pediatrico. Il progetto partì nel 1908 e venne ultimato nel 1911. Si trattava all’epoca del primo ospedale pubblico per bambini presente sull’intero territorio prussiano.

Vantava inoltre cure all’avanguardia e tecnologie estremamente moderne.
Il fabbricato comprendeva anche 2,8 ettari destinati alla realizzazione di un parco e di un caseificio, occupato da 36 mucche. Il latte prodotto era destinato a mamme e neonati e, in caso di eccesso, veniva venduto agli abitanti del vicinato.
Dalla sua inaugurazione, l’ospedale ospitò inizialmente 40 pazienti e, negli anni successivi, fino a 100. Rimase attivo durante le due grandi Guerre e durante la Guerra Fredda ma purtroppo, nel 1997, a causa di disaccordi economici e ad una netta diminuzione della popolazione tedesca, il governo locale ne annunciò la chiusura.
Gli anni successivi videro l’ospedale sballottato tra investitori russi, Stato tedesco e società statali. Ma nessuno di loro portò mai a termine nuovi progetti di ristrutturazione e/o riapertura.
Dalla fine del 2015 l’intera superficie appare circondata da una recinzione metallica, sistemata al fine di proteggere l’edificio da atti di vandalismo. Tuttavia, la recinzione non scoraggia i più curiosi e l’ospedale pediatrico resta tra le mete privilegiate da artisti di strada e fotografi.