Un viaggio in Antartide - parte I

chiesa kiruna

Pillole di viaggio.

L’Antartide è una parte di mondo tanto straordinariamente unica quanto immeritatamente ignorata dai più. Si parla sempre di 5 continenti, ma sono 6, manca all’appello proprio l’Antartide.
Spesso invece viene maltrattata, posizionata erroneamente nell’emisfero settentrionale, oppure confusa con il Polo Sud, che è invece un punto geografico specifico.
Povera Antartide. E pensare che è bella grossa, con la sua superficie di circa 14 milioni di kmq, quasi una volta e mezza l’Unione Europea, gli Stati Uniti o la Cina, tanto per dire (tutte intorno ai 10 milioni di kmq). Potrebbe contenere una cinquantina di Italie.
Si tratta di un continente di terra emersa composto da svariate montagne e vulcani, il tutto ricoperto da una spessa calotta di ghiaccio, alta fino a 3 chilometri. Diverso è l’Artico, che è un mare ghiacciato circondato da terre (Groenlandia, Russia, Alaska, Canada, chiunque sia stato a Capo Nord ha visto il mare Artico di fronte a sé) e che può essere navigato a bordo di speciali navi rompighiaccio. L’animale simbolo abitante dell’Artico è l’orso polare.
L’Antartide ha una fauna più ricca e variegata. La specie più diffusa è quella dei pinguini di Adelia, sul cui numero (sono parecchi milioni) ci sono dati contrastanti. L’Antartide, pur essendo l’angolo di mondo più incontaminato, non è immune agli effetti del surriscaldamento globale, con conseguenze sulla conformazione dei ghiacci e sulle abitudini degli animali. Molti ricercatori hanno lanciato allarmi negli ultimi anni denunciando un progressivo calo della popolazione di questi uccelli. Ma recenti ricerche effettuate con i satelliti e con i droni hanno permesso di scoprire nuove colonie di pinguini. Sembrerebbe che il pinguino Adelia, contro ogni previsione, si stia riproducendo con più velocità, paradossalmente favorito dallo scioglimento dei ghiacci. L’Adelia è un abile nuotatore e più ha possibilità di tuffarsi nelle acque antartiche per procacciare più cibo per sé e per i piccoli.
L’indiscusso protagonista della fauna antartica è il pinguino Imperatore, unico pinguino alto fino a 120/130 cm, che a differenza dell’Adelia vive e si riproduce all’interno del continente, dove le temperature possono arrivare anche a 40/50 gradi sotto zero. È uno degli animali che abita le zone più inospitali del mondo sviluppando la capacità di sopravvivere raggruppandosi in branchi per mantenere il calore e abbassando le attività vitali per risparmiare energia, le cui eroiche gesta sono meravigliosamente raccontate nel documentario premio Oscar “La marcia dei pinguini”. Pare ce ne siano circa mezzo milione.
Ricordo un episodio curioso quando nel visitare una delle isolette della penisola antartica tra i tanti pinguini Reali, pinguini Adelia, cormorani, albatros ci imbattemmo in uno strano pinguino. Era enorme. E ci fissava come se volesse parlare con noi. Appena visto praticamente tutto lo staff della nostra barca saltò giù di corsa quasi impazzito, in un misto di eccitazione e stupore, armati tutti di macchine fotografiche con obiettivi da mezzo metro pronti a immortalare l’evento. Ci dissero che loro, pur facendo le crociere in Antartide da molti anni non avevamo mai visto un pinguino Imperatore in quelle zone, troppo lontane dal loro habitat. Si trattava di un uccello che, lasciata la colonia e partito per procacciarsi il cibo, era probabilmente giunto al mare troppo indebolito per ritornare a casa, cosi, senza forze si era lasciato trasportare dalle correnti fino a giungere dove ci trovavamo noi.
Insomma, trovare un Imperatore a quelle latitudini è stato un po’ come imbattersi in un Eskimese con tanto di slitta ai tropici.
Tra le varie specie di animali presenti in Antartide ce n’è una decisamente particolare che vive un po’ sparpagliata per tutto il continente, effettua migrazioni ogni sei mesi, una volta arrivato di solito si rifugia in strane tane ed ha un comportamento piuttosto stanziale, con l’eccezione di alcuni esemplari che si cimentano in lunghe uscite esplorative. Si tratta dell’uomo. In Antartide ce ne sono alcune centinaia, e sono i vari ricercatori e relativi staff che operano nelle diverse basi scientifiche. Anche l’Italia ha una sua base, denominata Mario Zucchelli, a sud del mar di Ross, sotto la Nuova Zelanda per intenderci. C’è anche una seconda base, denominata Concordia, cogestita da Italia e Francia, un migliaio di km più a ovest, sotto l’Australia.
Dal viaggio intorno al mondo del capitano Cook nel 1775 (il primo ad avvicinarsi al continente antartico) in poi ci sono state svariate spedizioni esplorative, che volta dopo volta hanno permesso all’uomo di avvicinarsi sempre più, fino alle grandi imprese a partire da fine 1800 di Ernest Shackleton e Roald Amundsen che nel 1911 raggiunge per primo il Polo Sud.
Molte sono state le rivendicazioni territoriali ma per porre ordine alla situazione nel 1959 fu firmato a Washington il Trattato Antartico, un accordo internazionale che regola e disciplina le relazioni tra i paesi sul continente ghiacciato vincolando le attività alle sole ricerche scientifiche a scopi pacifici.
Mi ricordo quando facevo il militare nella caserma degli Alpini di La Thuile, Val d’Aosta. Per alcune settimane vennero da noi per fare addestramento un folto gruppo di signori con l’aria non certo da atleta olimpico. Si trattava di una delegazione dell’ENEA, che dopo il trattamento Alpino sarebbe poi partita alla volta della base italiana in Antartide.
Ma ricercatori a parte, come si fa ad andare in Antartide, da dove si parte e quali sono le difficoltà? Lo vediamo nelle prossime puntate.