Russia del Nord

luglio

Verso la Carelia

Russia del Nord

Durata: 11 giorni, 10 notti

Partenza da: Torino / Milano /Roma

Itinerario: San Pietroburgo, Velikij Novgorod, Pskov, Pushkin, Petrozavodsk, Sortavala, Kem, Rabocheostrovsk, Isole Solovketski

Quota base individuale: in fase di definizione

Persone per gruppo: minimo 15, massimo 25

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Un viaggio dedicato agli amanti dei grandi spazi nordici e delle atmosfere da classici russi.
Un itinerario che ripropone l’intramontabile Pietroburgo unita a due bellissime e poco conosciute città: Pskov e Velikij Novgorod. Ed infine l’estremo nord, la Carelia, al confine con la Finlandia. Zone dal fascino ineffabile caratterizzate da spettacolari boschi e da laghi mitici come il Ladoga ed Onega, e patria di splendide architetture come quelle dell’isola Kizhi, testimoni di eventi storici epocali. Tappa finale di grandissimo rilievo storico e umano, le isole Solovetskie, a 150 km dal circolo polare artico. Queste isole maledette divennero il paradigma per Solzhenitzin per descrivere le condizioni dei deportati nel suo capolavoro “Arcipelago Gulag” .

I vostri hotel:

– San Pietroburgo: Hotel Ambassador 4*
http://ambassador-hotel-saint-petersburg.hotelsinsaintpetersburg.net/it/

– Novgorod: Park Inn Veliki Novgorod 4*
http://www.parkinn.com/hotel-velikynovgorod

– Pskov: Hotel Heliopark Old Estate 4*
http://www.oldestatehotel.com/en/

– Petrozavodsk: Park Inn by Radisson Petrozavodsk 4*
https://www.parkinn.com/hotel-petrozavodsk

– Kem – Rabocheostrovsk: Hotel Prichal (molto basico)
http://nordictravel.ru/accomodation/karelia-hotels/kem-hotels/hotel-prichal-kem/#gallery

– Solovestky: Hotel Solovki 3*
http://visit-solovki.ru/en/otel-solovki/about/

Panorama Russia del Nord

Leggi il programma completo

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Giorno 1

Torino (Milano o Roma) / San Pietroburgo

Volo diretto a San Pietroburgo. Arrivo in città e sistemazione in hotel. Cena e pernottamento.

Giorno 2

San Pietroburgo

Prima colazione in hotel. Mattinata dedicata alla visita del più famoso e celebrato museo russo: l’Hermitage. La sua è innanzitutto la storia della più superba collezione di quadri al mondo. La prima raccolta di pitture fu costituita per merito di Caterina II: la zarina, raffinata mente politica, aveva ben compreso il legame tra il prestigio culturale e quello politico in un impero come il suo. Il museo crebbe a ritmo vertiginoso: in un solo anno, era il 1768, vi entrarono ben seicento opere di pittori fiamminghi, olandesi e francesi. Quattro anni dopo venne acquisita la prestigiosa collezione Crozat con opere di Rubens, Giorgione e Rembrandt, forse la più ricca del diciottesimo secolo. Nel settecento la sezione di quadri diventa una delle più importanti al mondo con l’acquisto delle proprietà dell’ex ministro inglese Walpole; arrivano in Russia altre opere di Rembrandt e Rubens ma anche quadri di Guido Reni, Poussin Lorrain e Jordaens.
Dopo tre secoli di raccolta paziente il museo vanta grandi opere di ogni stagione pittorica per un totale di più di 16 mila quadri. Il museo occupa quattro palazzi che, fino alla rivoluzione, facevano parte integrante degli appartamenti reali. L’immenso complesso é compreso nel suggestivo scenario di piazza del Palazzo, da un lato, e il lungo Neva dall’altro.
Terminate le visite all’interno del museo, pranzo in ristorante.
Pomeriggio allascoperta di San Pietroburgo, la più europea fra tutte le città russe. Disegnata su carta da architetti italiani e poi costruita con geometrie perfette ed equilibri magistrali. San Pietroburgo per volere del suo fondatore Pietro il Grande doveva assomigliare ad Amsterdam. Da qui tutti i canali che ne circondano il centro storico, alcuni naturali altri artificiali. Magnifica la vista dal piazzale delle Colonne Rostrate affacciato sull’antico porto commerciale della città. Elegante e raffinata la Prospettiva Nevskji, il corso principale, che alterna chiese cristiane, ortodosse e luterane a spettacolari palazzi in stile classico e liberty.
Cena e pernottamento in hotel.

Giorno 3

San Pietroburgo / Velikij Novgorod (200 km)

Prima colazione in hotel. Partiamo stamattina direzione sud per raggiungere la bellissima città di Velikij Novgorod. Pranzo in ristorante locale all’arrivo in città e pomeriggio dedicato alle visite.
La città ha una valenza importantissima per la storia del paese essendo stata una delle prime città fondate. Si trova sull’antico asse Nord Europa-Bisanzio.Ha un ricchissimo passato di borgo anseatico e durante tutto il periodo in cui il resto della Russia era sotto il dominio tataro, Novgorod mantenne una sorta di indipendenza grazie ai prosperi commerci con il nord. Nel ‘300, il secolo d’oro della città, ebbe il suo massimo sviluppo la scuola detta appunto di Novgorod, e qui venivano commissionate chiese, icone, affreschi, molti dei quali oggi sono considerati capolavori dell’arte medievale russa. Dal 1992 la città è Patrimonio dell’Unesco. Passeggiare per la città è come passeggiare in un museo a cielo aperto. Circa 50 preziosissimi monumenti  dell’architettura  russa dei secoli XI-XVII sono diventati parte integrante della struttura del mondo urbano contemporaneo. Ingresso al Cremlino e visita della Cattedrale di Santa Sofia.
Cena e pernottamento in hotel.

Giorno 4

Velikij Novgorod / Pskov (210km)

Prima colazione in hotel. Stamattina ci sposteremo verso ovest per arrivare a Pskov, città medievale sul fiume Velikaja.
Pranzo in ristorante.
Pomeriggio dedicato alla visita guidata di questa città le cui origini risalgono al X secolo.
Nucleo originario della città è il Cremlino già nel sec. XIII cinto di mura che furono ampliate nei secoli successivi con lo sviluppo urbano. L’architettura di Pskov, soprattutto per quanto riguarda gli edifici religiosi, è caratterizzata da grande semplicità di forme e sobrietà di decorazione. La cittadina si trova a pochi km dal confine Estone e l’insediamento prende origine dal Cremlino, arroccato a ridosso del fiume, custode di una bellissima cattedrale e numerose chiese, tutte abbellite da affreschi e icone della nota scuola di Pskov.
Come città di frontiera Pskov conserva una storia di guerre e di invasioni essendo stata ambita dai Cavalieri dell’ordine Teutonico prima, dai Polacchi in seguito e infine dai russi. La testimonianza di questi eventi si ritrova in tantissimi monumenti cittadini.

Cena e pernottamento in hotel a Pskov.

Giorno 5

Pskov / Pushkin (Palazzo estivo di Caterina la Grande)(275 km) / treno per Petrozavodsk 

Prima colazione in hotel. In mattinata partenza per raggiungere la cittadina di Pushkin. Pranzo in una tipica izba in legno con menù tipico regionale accompagnato dalla bevanda nazionale: la vodka. A seguire visita della grandiosa residenza estiva di Caterina II. Si tratta di un vero gioiello di architettura barocca opera dell’architetto italiano Bartolomeo Rastrelli. La facciata azzurra e oro del palazzo conferisce a tutta la struttura una grandiosità ed un’imponenza davvero uniche. Gli interni sono, per la maggior parte rifatti e poco di originale è rimasto. Ma decisamente notevole e di grande attrattiva turistica la “camera d’ambra” recentemente ristrutturata e completata magistralmente. Terminate le visite trasferimento in stazione a Pietroburgo per la sistemazione sul treno diretto a Petrozavodsk. Pernottamento sul treno. (cena libera – cuccette 4 letti)

San Pietroburgo – Petrozavodsk 23.25 – 07.00

Giorno 6

Petrozavodsk (escursione a Kizhi)

Arrivo  con il treno a Petrozavodsk alle 07.00. Prima colazione e tour panoramico della città.
Il nome della città significa “Fabbrica di Pietro” perché Pietro il Grande vi costruì, per primo nel 1073 una fabbrica di armi per rifornire le truppe russe durante la guerra contro la Svezia. Con due università, la cittadina è percorsa da una vibrante atmosfera giovanile, mentre la vicinanza con il confine finlandese le conferisce un tocco europeo. E’ capitale della Regione della Carelia, un mix di grandi laghi e boschi, chiese di legno e monumenti.
Alle ore 11.15 imbarco sull’aliscafo per raggiungere l’isola di Kizhi, in mezzo al lago Onega, Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Pranzo in ristorante sull’isola. Sull’isola si trova un gruppo di magnifiche chiese, cappelle e case in legno, tra le quali spicca il complesso costituito da due chiese separate da una torre campanaria – uno dei più eccezionali esempi di architettura russa. In particolare, la chiesa della Trasfigurazione, risalente al 1714, è costituita da una struttura lignea senza assoluto uso di chiodi o altre giunzioni metalliche. Possiede ventidue cupole – che costituiscono la prova tangibile dell’abilità dei carpentieri russi – e una bella iconostasi di stile barocco. Con la stessa tecnica fu costruita la vicina chiesa dell’Intercessione nel 1764, mentre l’imponente campanile ottagonale risale al 1862. I tre edifici colpiscono per la loro posizione armoniosa all’interno del paesaggio e documentano meglio di qualsiasi manuale di ingegneria lo sviluppo dell’architettura russa in legno nei secoli.
Rientro in aliscafo a Petrozavodsk (1h e 30minuti ca). Cena e pernottamento in hotel.

Giorno 7

Petrozavodsk / Sortavala / Petrozavodsk

Di prima mattina partenza per Sortavala. Si farà colazione una volta arrivati nella cittadina. Alle ore 11.00 imbarco e partenza in aliscafo per Valaam in mezzo al lago Ladoga. (50 min viaggio).
Le origini del Monastero di Valaam risalgono al periodo in cui il Cristianesimo iniziò a diffondersi tra le popolazioni che vivevano nelle terre russe. Il Monastero è conosciuto con il nome dell’omonimo arcipelago di cinquanta isolette che occupano complessivamente trentasei chilometri quadrati del lago Ladoga. Il luogo di culto è dedicato alla Santa Trasfigurazione del nostro Salvatore, ma dalla gente è sempre stato chiamato Monastero di Valaam. Nelle altre isole ci sono vari luoghi di preghiera e di meditazione claustrali chiamati skete. Il più noto di questi luoghi di preghiera è lo Skete di Sant’Avraam nell’isola di Yemeljanov. Sempre secondo alcune fonti che risalgono a storie antiche il Monastero fu fondato da due monaci greci: i santi Sergio ed Ermanno che giunsero nelle terre di Novgorod nel X secolo assieme ai primi missionari ortodossi. Purtroppo molte informazioni importanti sul Monastero furono distrutte dalle invasioni che si succedettero. Durante i settant’anni di dominio sovietico il Monastero di Valaam, come tutti i luoghi di culto e di preghiera in Russia, fu espropriato della sua identità.
Oggi il centro è tornato ai suoi antichi e originari splendori.
Rientro quindi a Sortavala in Aliscafo e da qui a Petrozavodsk in bus. Sosta prima di rientrare in città all’antico villaggio della Carelia di Kinerma.
Cena in tipico ristorante della Carelia. Pernottamento in hotel.

Giorno 8

Petrozavodsk / Kem (500 km)/ Rabocheostrovsk

Prima colazione e partenza verso nord per raggiungere Kem. Tappa lungo il tragitto per visitare una parte delle opere relative alla costruzione del canale che unisce il Mar Bianco con il Baltico. Si visiterà la prima parte del canale e una piccola chiesa dedicata agli operai interessati nell’impresa. Pranzo in corso di viaggio. Nel tardo pomeriggio si entrerà nel parco Belomorsk dove si potranno ammirare alcuni petroglifi testimonianza della vita primitiva nella zona in periodi preistorici.
Arrivo a Rabocheostrovsk e sistemazione in hotel. Cena e pernottamento.

Giorno 9

Rabocheostrovsk / Isole Solovketski

Prima colazione in hotel. Partenza in nave per raggiungere le isole Solovestki. Le isole delle lacrime, l’arcipelago delle Solovki: è qui che nel 1923 il regime bolscevico installa il primo gulag, un campo di lavoro dove sono imprigionati gli oppositori e destinato a diventare il prototipo del sistema concentrazionario sovietico. In queste belle isole di un arcipelago della Russia nord-occidentale vicine alla Finlandia e distanti 160 km dal Circolo polare artico, Lenin prima e Stalin poi creano il primo gulag. Trasformano uno splendido monastero in un durissimo carcere all’insegna del lavoro rieducativo destinato in realtà all’annichilimento di presunti nemici del regime. Vi vengono mandati prima gli anarchici, i menscevichi e il clero ortodosso, poi intellettuali e cittadini comuni, gente di ogni etnia e confessione, ebrei, cattolici e ortodossi. Il freddo, la fame, il pesante lavoro manuale (con il quale ad esempio viene costruito un canale di 227 km che collega il Mar Baltico al Mar Bianco), le malattie e le fucilazioni portano alla morte quasi un milione di persone. All’arrivo trasferimento in hotel per lasciare le valige e partire immediatamente per le visite del Monastero Solovestky. Questo monastero fu il più grande avamposto del cristianesimo ortodosso nel nord della Russia risalente al 1429. Nel XVII sec era abitato da circa 350 monaci, 700 servi, artigiani e contadini e nel 1650 divenne la roccaforte di una particolare setta conosciuta come setta dei Raskoliniki o Vecchi Credenti. L’orgoglio dei monaci era l’immenso archivio di manoscritti e libri antichi, nonché il giardino con molte piante esotiche e rose selvatiche donate dai monaci tibetani. Dopo la rivoluzione le autorità sovietiche hanno incorporato molti degli edifici del monastero trasformandoli nel primo campo di lavoro dal 1920 al 1930. Oggi il monastero di Solovetsky è un museo storico.Si tratta di uno dei primi posti in Russia a essere registrato come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. È abitato da una decina di monaci oggigiorno. Pranzo e nel pomeriggio visita al Campo Solovestky. Denominato Solovetsky Lager Osobogo Naznacheniya (Slon), il campo speciale di Solovetsky fu istituito nel 1923 su ordine di Lenin. Lo Slon nacque come un luogo dove, si diceva, i delinquenti e gli oppositori dell’ideologia dovevano essere “riabilitati” per mezzo dei lavori forzati. I prigionieri erano spediti a Nord e passavano attraverso una serie di campi di transito. Al loro arrivo a Solovki erano costretti ai lavori forzati per costruire strade e caserme, estrarre torba o lavorare in un mattonificio. Dappertutto, nell’unico insediamento dell’arcipelago noto semplicemente come Solovetsky, il visitatore noterà i segni del gulag: molti edifici sono baracche e caserme costruite dai prigionieri; la rete stradale e quella ferroviaria sono state realizzate in gran parte ricorrendo al lavoro dei detenuti. Molti degli odierni residenti dell’arcipelago sono i discendenti degli uomini che qui vennero reclusi.  Cena e pernottamento in hotel.

Giorno 10

Solovestky / Rabocheostrovsk / San Pietroburgo

Prima colazione in hotel. Proseguono stamane le visite fino alla collina Sekirnaya.
Dal piccolo centro si percorre una strada sterrata che attraversa per dodici chilometri la foresta e conduce a Sekirnaya Gora (la Collina dell’ascia di guerra), il punto più alto dell’arcipelago (97 metri sul livello del mare). Da qui il panorama sull’arcipelago è fantastico. Questo angolo tranquillo fu teatro di alcune delle più atroci condanne che ebbero luogo sotto la giurisdizione dello Slon: furono brutalità di tale portata da sconvolgere perfino le autorità sovietiche. Questo luogo fu trasformato in un braccio di isolamento per i prigionieri, che vi potevano essere rinchiusi per periodi di varia durata (anche un anno) per i reati più disparati, tra i quali infrangere i regolamenti del campo, dedicarsi ad attività contro-rivoluzionarie o sabotaggio, rifiutarsi di lavorare, ordire complotti per scappare, frequentare donne. Il campo Solovetsky fu chiuso nel 1939, dato che la sua prossimità alla Finlandia e l’instabile clima politico in Europa fecero comprendere che la sua ubicazione non era più ideale. Dal 1923 al 1939 passarono attraverso lo Slon oltre ottantamila cittadini sovietici. Si ritiene che circa la metà di loro vi abbia perso la vita.

Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio sistemazione in nave per rientrare a Rabocheostrovsk.
Cena in ristorante prima del trasferimento in stazione e sistemazione sul treno per rientrare a San Pietroburgo. Pernottamento in treno (cuccette da 4).

Giorno 11

San Pietroburgo / Torino (Milano o Roma)

Arrivo a San Pietroburgo e trasferimento in aeroporto in tempo utile per le operazioni di imbarco volo di rientro.

Quota individuale di partecipazione

In fase di definizione

Tramonto Russia del Nord
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Un libro per il viaggio

All’inizio c’è una macchia nerastra oblunga che si muove. Bisogna aspettare qualche secondo: un lampo bianco, una scossa della macchina da presa, e la pellicola diventa più nitida.” La macchia è una lunga fila di prigionieri, sorvegliati da una squadra di guardie armate; il filmato è un documentario degli anni Venti su uno dei primi gulag sovietici nelle isole Solovki, un arcipelago del Mar Bianco, nel nord della Russia. Un secolo dopo, tre amici fiorentini – non più giovani ma non ancora veramente adulti – partono per le Solovki per lavorare al restauro di un antico monastero ortodosso. Pochi giorni dopo spariscono senza lasciare traccia. Mentre la polizia archivia il caso come un incidente, il giornalista freelance Alessandro Capace decide di andarli a cercare. Capace è un “brillante fallito” di trentasei anni e vive anche lui a Firenze, “questa città di provincia liquidata un tanto al chilo ai turisti internazionali, questo mercato di ciarpame en plein air, questa Venezia senz’acqua, questo luna park a misura di teenager americana ciabattante in infradito, questa Cancùn rinascimentale dove uno ha sempre l’impressione che, a parte i camerieri, nessuno veramente lavori”. Saranno i suoi articoli e la sua tenacia a tenere viva l’attenzione intorno alla misteriosa scomparsa dei tre amici. Dove sono finiti? Sono scappati, o qualcuno li ha fatti sparire? E in entrambi i casi: perché? Sono davvero amici, come anni di vita comune, dal liceo in poi, lascerebbero credere?

Titolo: Mar Bianco

Autore: Claudio Giunta

Editore: Mondadori

Collana: Strade blu

Anno edizione: 2015

In commercio dal: 25 agosto 2015

Pagine: 286 p., Brossura

Un video per il viaggio

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