Dal latino mater. Nel suo ventre custodisce, come ogni madre, altre figure: femminili, maschili, bambini, ma anche sentimenti e sensazioni, paure, gioie, speranze e dolori. Può tenere tutto e tutti dentro di sé, nel profondo del proprio essere. Ma se è il caso si apre: si libera di tutto e tutti. Lascia il posto ad altro. È simbolo di generosità e femminilità. Sa dare tanto, ma quando si stanca, sa sbarazzarsi di ogni cosa.

Fonte di luce e di forza. In Oriente rappresenta la trasmissione della vita e quindi la catena delle reincarnazioni. Indica anche la ricerca della verità, il cammino verso l’intelligenza dello spirito. È una fiammella intuitiva che rivela la presenza reale di Dio. Si offre la luce all’oscurità in cambio di un sentiero verso la chiarezza interiore. È la fiamma spirituale che brucia dentro ognuno di noi.

Tra i Cinque K, i simboli esteriori dei Sikh, vi è il Kesh: il divieto assoluto di tagliare i capelli. Questi vengono raccolti in un particolare turbante (lungo più di 6 metri), chiamato in lingua punjabi “dastar”, una parola che deriva dal persiano “dast-e-yaar”: “avere la mano di Dio sulla testa”. Diventa così simbolo di protezione e buon auspicio: uno sguardo dall’alto sempre rivolto a noi e al nostro percorso.

Uno dei più forti simboli che ci arrivano dagli antichi egizi oggi rappresenta l’energia della rigenerazione e della rinascita. Richiama a sé i 5 sensi ma simboleggia anche il senso sconosciuto che permette di accedere all’energia oscura. Simbolo di potente capacità di espressione spirituale. Ovviamente inciso su una piramide, destinata in origine a simboleggiare una scala, mezzo di tramite per la salita verso il cielo.

La prima apparizione di ricette in stile tajine è apparsa nel IX secolo nel libro Le mille e una notte. Ospitalità e calore si annidano tra le pareti di questo porta pietanze di origini marocchine. La sua base viene posta in centro tavola e i commensali attingono insieme al cibo aiutandosi con pezzi di pane e l’uso delle semplici mani. Una tavolozza di colori che, prima di saziare, unisce i cuori e inebria i sensi.

Dall’antico valore rituale e cerimoniale a quello simbolico: chi indossa la maschera permette al proprio sé di trasmigrare dal corpo all’essenza dello spirito che la maschera stessa rappresenta. Chi veste la maschera non è altro che un ponte tra questo mondo e quello dell’aldilà. Nell’ottica razionale si ritiene che i rituali aiutino la collettività a unirsi favorendo il senso di solidarietà. Simbolo, sempre, di buon auspicio.

La storia d’amore tra il Rum e l’isola di Cuba dura ormai da secoli. Chiudete gli occhi e battete i piedi al ritmo delle musiche cubane. Non troppo lontano il rumore delle onde e fra le mani l’essenza della canna da zucchero più fine: il rum. Libertà, un pizzico di pazzia e tanta, tanta energia! Il tutto accompagnato, perché no, da un buon sigaro e da una tazza di caldo caffè cubano.

Pachamama, dea della terra e dei popoli andini. Percorrendo idealmente la spirale dall’esterno verso l’interno, essa ci conduce in profondità, a energie di radicamento, conforto e sicurezza. Percorrendola dall’interno all’esterno, ci porta a emergere con energie di crescita e trasformazione, le forze dei nuovi inizi. Dona abbondanza e vitalità. Mette in luce potenzialità nascoste o dimenticate. 

La Calaca è la raffigurazione di un teschio umano, destinato a celebrare la Sacra Muerte, spesso ornato con soggetti floreali a rappresentare una sorta di lotta interiore tra vita e morte, bellezza e bruttezza. Il simbolo è una specie di doppio gioco: personificazione della morte che si prende gioco delle vanità mondane e al contempo sorriso canzonatorio che il popolo messicano rivolge da sempre alla nera signora.

La caratteristica forma che ricorda le mani unite in preghiera e i tre fori a simboleggiare la Santissima Trinità lasciano intuire un’origine medievale, tanto da spingere alcuni ad avanzare l’ipotesi che il primo pretzel sia stato realizzato nel 610 d.C. dal fornaio dell’Abbazia di San Gallo, ispirato, forse, dai monaci che incrociavano le braccia in attesa che le loro birre fossero pronte.

Questa foglia è simbolo di amicizia. Albero solido e longevo, l’Acero è capace di dare ombra, riparo e anche un dolce sciroppo, senza chiedere niente in cambio, come fanno gli amici veri. Scegliete la foglia di acero per ricordare a una persona importante che per voi rappresenta conforto, comprensione, sostegno. Oppure regalatela a voi stessi per ricordarvi in ogni istante di essere generosi e leali.

Caduco riflesso dell’immortale filosofia greca e di uno dei suoi più bei pensieri: Panta Rei. Tutto scorre, ogni cosa è soggetta alle leggi dell’inesorabile mutamento. «Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.»